Matteo Gozzoli, alla guida della città di Cesenatico per un secondo mandato, continua a portare avanti la sua visione di una comunità inclusiva, sostenibile e pronta a confrontarsi con le sfide del futuro. In questa intervista, esploreremo i suoi piani per la città ma parleremo anche di sport giovanile e calcio.
Come valuta l’impatto degli eventi sportivi sullo sviluppo culturale ed economico di Cesenatico?
Gli eventi sportivi sono fondamentali per Cesenatico innanzitutto perché siamo una città che una grande tradizione: basta pensare al ciclismo con la Nove Colli ma anche tornei come questi che fanno parte della nostra storia ormai da tanti anni.
Pensiamo poi al tennis, al beach volley e a tutti gli sport che qui vivono di una forte identità. Questo ovviamente porta anche a una ricaduta importante in termini economici. Lo sport porta turisti, porta riconoscibilità e per questo
porta indotto. Ogni manifestazione sportiva organizzata sul territorio è una bella notizia.
Qual è la sua visione per il futuro del turismo a Cesenatico e quali strategie intende adottare per promuoverlo?
Lavoriamo sempre due direttrici parallele: da un lato puntiamo sulla tradizione, sulla ristorazione, sull’identità del Porto Canale
e sulla nostra dimensione per le famiglie; dall’altra ci stiamo aprendo ad altri target con la promozione online e con un turismo all’area aperta, green e anche esperienziale. Cesenatico è diventata una località al passo con i tempi che vive tutto l’anno, non solo in estate.
In che modo iniziative come quelle messe in campo da Adriasport possono contribuire al tessuto sportivo e comunitario di Cesenatico?
Intanto è un momento di festa e di aggregazione, un appuntamento fisso a cui non possiamo rinunciare. Anche il colpo d’occhio è sempre notevole, e vedere ragazzi, allenatori e genitori da tutta Italia ci riempie il cuore d’orgoglio. Cesenatico è riconosciuta e
riconoscibile in Italia e non solo grazie a eventi come questi.
Ci può raccontare qual è stato il suo primo ricordo legato allo sport e come questo ha influenzato la sua vita?
Il primo ricordo è il rigore sbagliato da Roberto Baggio contro il Brasile nella finale di USA ’94. Avevo 8 anni e ho pianto tantissimo.
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